“Amore e sesso nell’antica Roma” di Alberto Angela 

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Come decide di raccontare l’amore nell’antica Roma Alberto Angela?

Beh, inizia immaginando una piazza piena di gente e, tramite queste persone diverse, seguendone le vite, spiega i vari modi di vedere e vivere l’amore e il sesso.

In pratica, come in “Una giornata nell’antica Roma” o in “Impero”, per rendere più fluido l’argomento, sceglie di usare un “artificio” per “romanzare” le fonti e tutto il materiale di ricerca (innumerevole) per poterci regalare non un trattato, ma un racconto coinvolgente e dinamico.

Ed il viaggio per conoscere l’amore e la sessualità ai tempi dell’antica Roma diventa, a tutti gli effetti, la storia della donna e delle sue condizioni. Ritroviamo donne trattate come merci, che passano dal padre al marito senza poter far nulla. Spesso date in sposa giovanissime a uomini molto più vecchi, destinate a una vita rinchiusa fra le mura domestiche con rare uscite sorvegliate. E fra le mura domestiche erano praticamente in balia dell’uomo che era stato scelto per loro. Le donne ricche forse subivano di meno, in quanto picchiare una di loro significava fare scandalo e inimicarsene la famiglia di origine, ma per il ceto medio-basso era tutt’altra storia.

Da sempre la donna è stata soggetta alle più bieche discriminazioni e abusi e si vorrebbe pensare che le cose adesso siano cambiate, ma, purtroppo, non è sempre così, anche al giorno d’oggi…

Comunque, per tornare all’antica Roma, c’era anche per la donna la possibilità di vedere e farsi vedere, avere ammiratori e conquistare. Solo che dovevano farlo di nascosto, abilmente. Gli eventi pubblici erano le migliori occasioni, ma anche le visite alle terme miste e le rappresentazioni teatrali. Dato che non si poteva toccare una matrona in pubblico, l’uomo doveva essere accorto e usare stratagemmi per conquistare una possibile amante.

E si parla di “amante” perché la concezione di “matrimonio” spesso per i romani era di un semplice contratto, senza grilli amorosi. L’eros e l’amore lo lasciavano per le amanti.

Anche le donne sposate spesso non si facevano problemi a trovare altra compagnia e ciò accadeva, come scrive lo stesso Angela, perché “si tratta di donne andate in spose da bambine, senza amore, a uomini molto più anziani di loro. Dopo qualche anno, sulla soglia dei trent’anni, con alcuni figli alle spalle e un marito ormai anziano, queste donne, annoiate, sessualmente e sentimentalmente insoddisfatte, danno la caccia al giovanotto che promette loro tutto quello che non hanno avuto.”

In pratica, l’adulterio è una forma di riscatto in una società maschilista. Ma il tradimento femminile, se scoperto, era pesantemente condannato e non solo socialmente, c’erano leggi severe al riguardo.

Agli uomini invece era tutto permesso, anche abusare dei propri servi.

Il libro prosegue senza annoiare, ma col distacco necessario dello studioso che espone un modo di pensare e di vivere l’amore e il sesso sicuramente molto più libero che al giorno d’oggi, con una morale sicuramente molto diversa.

Per concludere, “Amore e sesso nell’antica Roma” è un volume molto interessante che svela i retroscena sentimentali e sessuali di una società complessa come quella dell’antica Roma. Con stile coinvolgente, il libro si propone di esporre le similitudini e le differenze col mondo attuale. Ne esce l’affresco di una società maschilista, prepotente, a volte brutale, ma sensuale nei suoi segreti sussurrati, nei suoi giochi sottili e pericolosi… Libro consigliato agli appassionati della storia, ma anche a chi vuol approfondire i vari aspetti del costume del mondo romano. 

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