Trappola Nel Labirinto Digitale 

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Nelle soporifere notti del destino

nel labirinto astruso

dei contrastati desideri

tra le insidie celate del web,

solerte si annidava

simile a un raffinato cacciatore,

l’illusione di un amore platonico!

Una perfida apparizione ingannevole.

Nutriva l’anima di sorridenti sogni

in gemme di speranze negli sbocci

di quel malinconico autunno,

sospesi tra le distorsioni

delle immagini che pian piano

che quel qualcuno tesseva

nella trappola di vento,

e l’irrazionalità delle parole

che come navi da guerra

partivano per colpire il cuore!

Sul palcoscenico del social network,

sbocciavano colorate emozioni

come una interminabile fila indiana,

come bei fiori di plastica

in un giardino di cristallo,

innaffiati dai veri sentimenti

ma illuminati da luci artificiali

che offuscavano la cruda verità,

con le loro fragili illusioni!

In quel oceano di false

approvazioni e condivisioni,

nasceva un connubio passionale

dall’intensità di un fuoco di cerino,

costruito su messaggi enigmatici

e belle emoticon criptiche,

che celavano l’intimità

e la pura essenza di chi erano!

Ma in breve quel sogno

si tramutò in un crudo incubo!

La maschera si scioglieva

tra i battiti della tastiera

al calore delle contraddizioni,

e la verità si rivelava nelle espressioni

più recondite dell’anima bugiarda,

scavando ferite profonde nell’anima,

tradendo la fiducia e l’innocenza!

L’amore platonico si svelava

per ciò che era e non era affatto!

Un illusione in trappola,

un inganno subdolo e malevolo,

che privava l’anima e il cuore,

lasciandolo solo annegare

nel dolore e nel disincanto!

E così la bellezza virtuale

si dissolveva come vapore,

come effimera illusione

nell’abisso gelido della realtà,

dove la verità risplendeva

in tutta la sua verace intransigenza!

E quell’amore platonico

svaniva nel nulla,

come un miraggio sbiadito all’alba,

lasciando solo lacrime

e orme di rimpianti.

Sulla sabbia del luttuoso silenzio

ai bordi del mare della tradigione,

dove onde di lacrime continuavano

a cancellare quei segni inobliabili

in altre notti da raccontare,

a quei tasti della artificiosa vita

che come neofita confida

come fede da coltivare

per un pugno d’amore,

nella caparbia continuava

a scrivere nuove avventure

alla smodata ricerca

di un nuovo porto dove approdare,

poiché l’alchimia dell’anima

non svanisce nel tempo,

come non svanisce

neppure il tarlo del vizio.

Laura Lapietra ©

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Pubblicato in Poesia
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