L’Etna, torna a stupire. Storie e miti del grande Vulcano
È il vulcano più grande d’Europa con i suoi 3.326 d’altezza e la sua attività lavica che non smette mai di stupire. Considerato Patrimonio dell’Unesco dal 2013, l’Etna rappresenta il vero emblema della Sicilia.
Situato sulla costa orientale della Sicilia, a sud-ovest dei Monti Peloritani e a sud-est dei Monti Nebrodi domina la città di Catania, la quale di tanto in tanto si sveglia “ricoperta” di terra vulcanica.
Ed è quello che è successo in questi giorni, con l’ultima eruzione: un manto nero, ricopre il territorio attorno al grande Vulcano.
Suggestivo ed affascinante, il rosso della lava si intravede in alto, quasi tra le nubi, di notte, regalando uno scenario unico e ogni volta diverso. Di giorno, sotto un caldo sole, la terra vulcanica ricopre il bianco della neve, formando un manto “grigiastro”.
“Mamma Etna”, chiamata così dai catanesi perché di tanto in tanto, improvvisamente risveglia i suoi abitanti, regalando fortunatamente solo uno scenario mozzafiato. Non è insolito infatti che l’attività vulcanica provoca sismi e colate laviche, preoccupando un po’ i siciliani, molte infatti sono i territori circostanti che a causa di ciò, negli anni, sono state distrutte e ricostruite. La stessa città di Catania è stata ricostruita più volte, esattamente 7 volte.
Tra storia e mito
Si racconta che la dea Era diede alla luce Efesto, un bimbo tanto vivace ma ahimè molto brutto. Così la madre in preda al panico, ed inorridita da quella vista, decise di gettare giù il neonato nel cratere. Preso “al volo” da due dolci ninfe Teti ed Eurionome, Efesto venne salvato. Ma non solo, il giovane bimbo ben prestò iniziò a giocare con il fuoco, diventando bravo nel forgiare i metalli di gloriosi condottieri. Non solo spade, Efesto era bravo anche nella costruzione dei gioielli.
Un giorno la regina Era, decise di commissionargli la costruzione del proprio trono, Efesto accettò ma capì ben presto che la regina fosse in realtà la sua vera madre. Per vendicarsi costruì un trono magico, ed ella una volta seduta non riuscì più ad alzarsi. Per sciogliere l’incantesimo le venne data in sposa la bella Afrodite, ma il matrimonio non fu “tranquillo”, perché la dea tradì tantissime volte il marito. Efesto, stanco e umiliato decise di rifugiarsi nell’unico posto al mondo, in cui nessuno osava avvicinarsi, il grande vulcano Etna.
Rimase lì, e si narra che di tanto in tanto, Efesto preso dalla rabbia, forge le armi, facendo “scoppiettare” il fuoco.
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2 Commenti
Grazie mille 🙂 Comunque sì, hai ragione…!! 🙂
Bell’articolo e belle fotografie!!! Ma l’Etna, con la sua elegante, fragorosa, focosa irruenza, si presta bene ad entrambi!! 😉😊