Dama Solitudine 

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Ombra di solitudine

che m’avvolgi,

dama velata,

compagna fedele,

al mio fianco

mai t’assopisci,

non per errore,

non per benevolenza.

Nelle tue braccia

ogni gioia si spegne,

e d’ombra il cuore si veste,

spezzando il ritmo

della vita che corre,

sotto la luna,

pallida e cortese.

Il mondo si copre

d’un manto stellato,

il vento bisbiglia

lingue straniere.

Pian piano si spengono

le luci delle case,

restano i lampioni,

solitari custodi.

Tutto è così dolente

nel cuore solo.

Che io sia in un castello

di antichi splendori,

o in una nave a solcare

oceani senza fine,

o alla scoperta della foresta

oscura e misteriosa,

il tuo sussurro,

lieve e inesorabile,

sempre riecheggia.

Nessun banchetto,

né risate felici,

né ardite avventure

possono dissolvere

la tua cruda pece.

Oh, mai mi abbandoni,

solitudine.

L’amore mi ha lasciato

a disseccarmi,

e tu, leggiadra,

mi avvolgi e mi attacchi.

Ora soltanto il passo

rimbomba,

tra queste mura

di pietra infranta.

Dama delle lacrime,

in te trovo un’eco

d’un sapore d’antico,

una profonda lezione,

un monito silente.

Il vuoto m’insegna

un oro d’antico valore,

l’essenza d’essere,

l’umile ragione.

Perché se il nulla

regna sovrano,

l’anima libera

cerca il divino,

per ritrovare

vita che risorge.

Nel silenzio,

l’eterno lontano

può tornare a parlare,

con un accento

d’amore e di speranza.

Laura Lapietra ©

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Pubblicato in Poesia
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