CON IL TOPO CHE BALLA RIMANE PIÙ SENTIMENTO
E dire che andavamo d’accordo ma il tuo”facciamo tutto assieme” non fu percepito tanto a lungo. Ero rimasta dai miei figli per fare un poco la nonna, lo desideravo da tanto, diventare nonna era rimasto il cruccio che mi portavo dietro, mi era rimasto nel gozzo e finalmente mio figlio mi fece la sorpresa.
Me lo dicesti proprio tu”resta quanto vuoi, io mi arrangio, sono sicuro che se vieni via con me, me lo rinfaccerai a vita, già piangi non appena lo lasci in aeroporto, figurarsi adesso se non fai fiume” sembrava mi leggesse dentro, mi conosceva bene e di fiumi che straripavano ne aveva visti tanti. Fui felice quando mi fece la proposta ma mi mancava il mio Spartacus, possente e pieno di muscoli, forse con un po di pancetta ma solo agli uomini dà virilità.
Ero al settimo cielo, quando mi venne a prendere e teneva in mano un mazzo di fiori, lo abbracciai così forte che a momenti lo stritolai.
Fu un giorno di passione, io e lui non ci lasciavamo, era tanto che non succedeva, da prima della mia partenza. Sosteneva che al lavoro, aveva dei colleghi con cui non andava d’accordo, il suo capo gli proponeva mansioni al di sotto di quella dicitura, sulla porta.
Dopo la sigaretta, cominciò a ronfare e col mio sonno da piuma mi alzai a malincuore, volevo trovare di nuovo, quell’estasi che mi era mancata , volevo rimirare il noi di un tempo.
Il frastuono non mi faceva sentire l’eco del mio subconscio, che poi cosa avesse da dire non lo capivo, non riuscivo a far fluire qualche pensiero, non era possibile con quel frastuono.
Mi alzai, forse col piede sinistro, incomincia a togliere le cicche dal portacenere ma erano col filtro e a mio marito gli piacevano senza, infatti spesso intacca un po tutto in casa, una volta pure me ha concesso quel marchio.
Bottiglie di birra vuote e flute` , mi domandavo birra e spumante cosa ci azzeccava, andai avanti curiosa, vedevo che fare il casalingo non era una sua abilità, panni sparsi ovunque, anche sul divano, sentivo un odore, una fragranza che non so, mi portava a voler capire. Mi misi alla ricerca di non so che cosa ma il sesto senso di una donna non fa cilecca, cercavo indizi e sopra la poltrona con appiccicata una Brooklin, c’era la carta argentata sopra il pouf, vidi prima il colore rosso e il fumo che mi usciva e poi una striscia,non l’avevo mai considerata.
Presi un coltello, quello bello grande per tagliare il formaggio duro, volevo fare dei pezzetti e congelarli ma magari lo avrei visto ancora innamorata e sarei rimasta” cornuta e mazziata”, volevo che gli rimanesse un ricordo tatuato, il suo bene più prezioso, neppure una pagliuzza doveva sfiorarla. Chiusi la porta alle mie spalle, feci un rumore che anche i cani vicini, si misero a abbaiare, ero sorpresa che i cardini , non facessero lo stesso mio percorso,ammirai quel gioiello bianco, le girai attorno, prima la abbellii, le feci certi ghiri giri, girai intorno ancora e ancora, diedi dei colpetti alle luci, era giorno e non servivano, volevo sistemarla ancora un po, mi inginocchiai, rimasi a ammirare quelle gomme, le aveva comprate da poco, erano belle nuove, volevo vedere se con lo sfiorare della sola mano, si sarebbero sgonfiati, con mia sorpresa erano lì che poggiavano per terra, ci persi tempo, la mia mano girava senza mai fermarsi e dire che mi stancavo in fretta, non avevo mai avuto forza nelle mani e per finire lasciai la firma, le feci un pacco regalo, lo poteva scartare quando voleva, fui adorabile, trovai il tempo per fare quel pacco regalo, il rotolo dello scotch lo avevo finito tutto, feci tutto con sentimento e le misi pure la firma, il mazzo di fiori che mi aveva regalato, volevo che il suo unico pensiero, fossi io.con il
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