Cipiglio Cielo 

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Sono nomade, vento dell’aria,

nel tentativo di effonderti carezze,

o mia volta celeste,

con veemenza, in strappi

di petali di rose da offrirti,

con astio nel confondermi

nella terra, dimenticando

la tua essenza dentro!

Abissale è il tuo cipiglio

nell’ignorarmi, come inutile forza!

Nel lambire l’esistenza terrena,

con maestria e persistenza,

mi contrappongo, o vasto empireo.

Quanto a lungo persevererai,

davanti a ciò che, impassibile,

osservi senza mai cambiare

i passi del tuo tempo?

Senza mai cambiare le carte

nel gioco di questo mondo?!

Quanto a lungo potrò,

contemplarti senza senno,

senza risvegli d’emblée

sul lastricato del reale,

cosciente del mio percorso,

con le ali sospese tra le nubi?

Permango zingaro dell’etere,

incatenato ad essere libero,

d’esser vicino senza possedere,

a venerare intramontabile

fin dai bordi dei tempi antichi

sino al ciglio di quel che sarà,

per poi svanire nel nulla,

come alito di vento qual sono!

Laura Lapietra ©

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Pubblicato in Poesia
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